Le musiche per la festa di Santa Croce. Una evento di risonanza nazionale
A partire dal XII secolo, nei giorni 13 e 14 settembre di ogni anno, i lucchesi iniziarono la tradizione della celebrazione della Santa Croce, in onore della miracolosa immagine del Volto Santo. La festa, divenuta la principale a Lucca e quindi festa nazionale, si svolgeva non solo con solenni celebrazioni ecclesiastiche ma anche tramite tutto ciò che potesse richiamare gli stranieri a Lucca (fiere, mercati, spettacoli, ecc.) e culminava con uno straordinario corteo luminoso per le strade della città. Nel Medioevo, epoca sicuramente di maggiore splendore per la festività di Santa Croce, la luminara era affollata da tutte le autorità religiose, civili e militari della città e del territorio.
La festa di Santa Croce non ha subito grandi modifiche nel corso dei secoli, e ancora oggi è riconosciuta come il principale evento della città di Lucca, con caratteristiche religiose, civili e di rievocazione storica.
Nel contesto delle celebrazioni solenni di Santa Croce, le musiche composte ed eseguite appositamente per la festività hanno sempre avuto grande rilievo, non solo per il carattere di grande solennità che conferivano alla funzione liturgica, ma anche per il valore culturale della produzione stessa e il richiamo popolare ad essa associato. L'importanza che essa aveva assunto nel panorama nazionale nei secoli XVII e XVIII è dimostrata dalla presenza di musicisti non solo lucchesi, ma provenienti da tutte le principali città italiane.
Salmi, Vespri e le sezioni della Messa si presentavano sostanzialmente in stile concertato, e veniva inoltre eseguito un Mottetto o almeno un versetto per il cantante di spicco e un concerto per uno dei migliori strumentisti del momento. I musicisti coinvolti nelle celebrazioni liturgico-musicali provenivano da molte città diverse, e superavano spesso una media di 150 partecipanti.
Nel XIX secolo il servizio musicale si mantenne maestoso, con un grande numero di esecutori e la composizione di musiche nuove quasi ogni anno. In questo spettacolare contesto sono stati protagonisti, nell'arco degli anni, eccezionali musicisti lucchesi come i violinisti Francesco Geminiani, Filippo Manfredi, il violoncellista Luigi Boccherini e stranieri come il musicista Antonio Cesti, il soprano Carlo Broschi Farinelli e il violinista Niccolò Paganini. Inoltre molto spesso i Maestri di Cappella invitavano a partecipare alle musiche di Santa Croce anche i cantanti e strumentisti che erano impegnati nella stagione d'autunno del Teatro Pubblico.
Il Mottettone per Santa Croce
Dal XIX secolo il discorso sacro in onore del Volto Santo, pronunciato la sera della vigilia al rientro della luminosa processione in San Martino, fu sostituito dal cosiddetto "Mottettone per Santa Croce", composizione scritta per un grande organico (soli, due cori e orchestra), in varia e libera forma, che mantenne le caratteristiche tipiche dello spirito e del linguaggio teatrale del tempo.
La prassi del "Mottettone di Santa Croce" esprime un importante valore culturale, non solo per aver determinato la fioritura di numerosi componimenti per grande organico, molto spesso ad opera di eccellenti musicisti, ma anche perché è l'unica tradizione musicale-sacra lucchese che, sebbene con stili e modalità diverse, si è mantenuta viva fino ai nostri giorni. Tra gli autori che hanno arricchito tale produzione nella seconda metà del XX secolo ricordiamo Marino Pratali, Gaetano Giani Luporini e Don Emilio Maggini; quest'ultimo ha composto, appositamente per la festività settembrina, ben sei Mottettoni. Ancora oggi, nuove composizioni ad opera di musicisti lucchesi sono proposte ogni anno e recentemente è stato istituito un bando di concorso nazionale per la composizione di Mottettoni originali, in maniera da mantenere viva questa storica tradizione.