Le Tasche. Musica e politica per un genere esclusivamente lucchese
Negli anni della repubblica lucchese i magistrati erano eletti ogni due o tre anni e in tali occasioni si componevano ed eseguivano musiche di impianto drammatico, come cantate (o 'serenate politiche'). I nomi dei governanti erano estratti a sorte da urne che erano andate a sostituire antiche borse, o "tasche", da cui il nome delle solenni manifestazioni che prevedevano complesse cerimonie con molti interventi musicali eseguiti dalla Cappella di Palazzo. Monitorate dagli Anziani della Repubblica, le procedure inerenti la composizione e l'esecuzione delle musiche per le Tasche coinvolgevano generalmente autori lucchesi, sia per quanto concerneva la parte musicale che quella poetica.
I testi delle Tasche, caratterizzati da 'affetti' contrastanti, esaltavano virtù civili e libertà politica, raccontavano eventi della storia greca o romana, vicende mitologiche o sacre, oppure episodi della storia lucchese dai quali si potevano trarre modelli di comportamento repubblicano. Questi componimenti drammatici, ognuno della durata di circa un'ora, seguivano le novità e le tradizioni di forme e stili tipici degli altri generi dell'epoca, distinguendosi comunque come una peculiarità della produzione musicale lucchese.
La prima composizione che si conosce all'interno di questo genere è del 1636, ad opera di Valerio Guami. Dopo di lui altri vi si cimentarono: tra essi ricordiamo Domenico Stiava, Bernardino Roncaglia, Giuseppe Montuoli, Giacomo Puccini Senior, Lorenzo Fascetti, Frediano Matteo Lucchesi, Luigi Boccherini, Antonio e Domenico Puccini, Domenico Quilici, Marco Santucci, Michele Batini, ecc.