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Illustrazione al Consiglio Comunale dell'Assessore all'Urbanistica Serena Mammini

Il lavoro del Piano Strutturale inizia dal programma di governo: "Lucca cambia Lucca". Un documento consapevole della forte identità lucchese, di una città che si riconosce nel suo paesaggio. Da qui siamo partiti.

Il lavoro è stato ampio e complesso, traduce in norme gli obiettivi definiti dall'Avvio del procedimento approvato dal Consiglio comunale il 31 luglio 2014, dal punto di vista tecnico, si è concluso in due anni in un contesto normativo regionale molto movimentato.
Come abbiamo detto più volte il nostro comune è il primo capoluogo in Toscana ad adottare un Piano Strutturale dopo l'entrata in vigore della LR 65/2014 e del Piano paesaggistico, con tutto ciò che ne deriva... Abbiamo però portato a termine un progetto senza inciampare nelle difficoltà date dal non avere letteratura di riferimento.

Lucca inaugura una nuova stagione urbanistica, ha la possibilità, con il Piano, di imporsi nel panorama regionale nel modo che da sempre le appartiene: con la qualità del suo lavoro, con l'onestà delle sue scelte e con il coraggio di progettare.
Allora, proprio a partire da "Lucca cambia Lucca" fino al Piano che va in adozione, abbiamo aperto una pagina nuova, costruito un'alternativa con i piedi saldamente per terra, guardato in faccia i problemi.

Il nostro Piano non indossa il cachemire sopra una camicia rattoppata, non finge:
i parchi sono realmente parchi con verde e alberi, non colate di cemento a est o ovest della città.

Il Piano riutilizza e ricicla, prepara un tessuto resistente all'usura, in tempi di prospettive incerte.
Proponiamo uno strumento che, attraverso il solido disegno cartografico, riconosce le diverse parti della città e rilancia sul futuro perché mette a sistema valori e potenzialità, storia e natura, città capitale e aperta, centro capoluogo, non circoscrizione autoreferenziale.
Abbiamo riconosciuto una rete ecologica comunale e locale fatta di aree forestali, connessioni idrauliche e di puntuali elementi di valoreambientale come, per esempio, i Chiariti, grazie anche al proficuo lavoro fatto durante il percorso partecipativo.

Abbiamo identificato gli ambiti di stretta relazione con le aste fluviali minori, quelli del rio Certosa, della Freddana, del sistema dei Bottacci.
Abbiamo individuato i parchi territoriali quali il Serchio, l'Ozzeri, il Condotto pubblico e il parco agricolo monumentale del Nottolini.
Riconosciuto i paesaggi di valore identitario e storico-culturale primi fra tutti i paesaggi dell'insediamento in villa, quelli della Certosa di Farneta, del Castello di Nozzano, del Carmelo di Sant'Alessio e della colonia agricola di Mutigliano.

Abbiamo perimetrato con puntualità i cunei agricoli intorno alla città, il sistema dei coni visivi sulle colline e in pianura, dalla città verso la piana e i varchi.
Abbiamo indicato la prioritaria destinazione pubblica delle aree agricole periurbane, per sperimentare anche forme innovative di gestione e tutela come gli orti sociali.
Abbiamo individuato un articolato sistema di piste ciclabili che garantisca una mobilità a basso impatto, funzionale alla dimensione della città su tracciati qualificati e una fruizione lenta del territorio: questo PS consiera la ciclabilità un tema fondante che viene  qui riconosciuto e normato.

Abbiamo riconosciuto tutte le preesistenze storiche nella forma dei centri e nuclei storici, degli aggregati rurali, degli agglomerati lungo le radiali storiche, delle corti fino alla città pianificata intorno alle Mura.

La città ha urgente bisogno di nuovi strumenti urbanistici che siano all'altezza di quello che Lucca è?
C'è un blocco che dobbiamo superare?
Lucca soffre o no di carenze infrastrutturali a più livelli che si porta dietro da anni, problemi sclerotizzati frutto di non-scelte spesso per timore di perdita di consenso elettorale o ipocrisia politica?
Sì! Convintamente sì!

Nella sua fase di gestazione il Piano Strutturale ha visto il coinvolgimento degli enti sovraordinati, degli ordini professionali, delle categorie economiche e dei cittadini che con dedizione hanno preso parte al processo partecipativo. Hanno detto la loro anche i bambini degli istituti comprensivi con un concorso loro dedicato e molto partecipato. Pochi giorni fa mi sono arrivate alcune lettere con ringraziamenti e molti suggerimenti per l'amministrazione...

Amministrare è cosa seria e difficile: ascoltiamo, abbiamo ascoltato molto e molti soggetti, condividiamo, ponderiamo... poi scegliamo,scegliamo con coraggio!
A questo siamo chiamati e questo stiamo facendo, perché, tra gli altri, abbiamo anche il desiderio di restituire dignità alla Politica. Una parola che è intimamente connessa con Urbanistica, perchè è la forma urbis che deve facilitare la polis, l'espressione alta del vivere insieme.

Il Piano Strutturale è il principale atto della pianificazione comunale e un atto di cultura che determina il progetto strategico per la città a lungo termine.
Contiene gli obiettivi per il successivo Piano Operativo, che lo completa scendendo nel dettaglio. È in sintesi una sorta di Costituzione del territorio.
È uno strumento ben diverso dai vecchi piani regolatori, che stabilivano se un terreno fosse o meno "murativo", così come non è da confondersi con il piano delle opere pubbliche o il piano delle funzioni.

Il Piano Strutturale fa ordine nel sistema di conoscenze del territorio, approfondendo le indicazioni del piano paesaggistico regionale e chiamando in causa discipline diverse.
È il miglioramento della qualità della vita il risultato al quale tende e lo fa attraverso le indicazioni che dà al futuro Piano Operativo. Un miglioramento che dovrà accompagnarsi a una maggiore consapevolezza del territorio come patrimonio comune: occorre innescare coscienza e responsabilità collettiva.

Lucca, dicevo, ha urgente bisogno di un rinnovamento delle regole che determinano l'uso del territorio perché quelle attuali si sono rivelate problematiche per gli effetti prodotti.
Un'urbanistica congegnata soprattutto in funzione della rendita fondiaria ha causato un eccesso incontrollato di edificazione, compromettendo con danni estetici, ambientali e funzionali la vivibilità dei nostri spazi urbani.

Uno dei punti deboli di quel modello – che il Piano Strutturale va a sanare – è stato la mancanza di strumenti di controllo e monitoraggio che il periodo commissariale, la morte della politica, ha notevolmente accentuato. L'amministrazione successiva, negando l'evidenza fino allo sfinimento, ci ha lasciato una "disperata" variante di salvaguardia.
Il nostro è stato un lavoro lungo e complesso, ma sano e realistico, che ha avuto l'onestà di guardare in faccia una situazione fortemente compromessa e il coraggio di operare scelte, anche radicali, per invertire la rotta del consumo di territorio a partire dalla scrupolosa perimetrazione di quello già urbanizzato.

Abbiamo voluto tracciare un disegno che consenta a Lucca di ritrovare un ordine e un'armonia degli spazi pubblici, creando nuovi equilibri tra servizi e abitazioni per favorire l'incontro, la relazione e la condivisione.
Abbiamo per la prima volta posto la persona al centro della pianificazione, riconoscendone i bisogni, intercettandone le aspirazioni e restituendole il valore di essere misura delle nostre scelte.

È tramontata la stagione dell'urbanistica dei volumi e della contabilità, del pallottoliere delle UTOE che qui da noi era esploso; oggi ci muove la volontà di puntare a una città più giusta e capace di valorizzare la sua bellezza.
Il Piano Strutturale è lo strumento con il quale il Comune di Lucca persegue anzitutto l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile delle attività umane, cercando di armonizzarne gli effetti sul territorio. Fa propri i principi di riuso e riqualificazione senza per questo "ingessare" il disegno attuale degli spazi.

Rovescia il paradigma ormai consunto del benessere legato alla possibilità di costruire e introduce con forza una nuova grammatica della relazione con i luoghi che abitiamo.
Lo fa con la concretezza della conoscenza e con la visione dellastrategia.  

Abbiamo formalizzato in regole puntuali e lontane da slogan e ipocrisie l'obiettivo dell'affermazione della città pubblica prevedendo un nuovo "stile di vita" per Lucca orientato al recupero dell'esistente.
Gli interventi che il successivo Piano Operativo consentirà secondo le disposizioni del Piano Strutturale saranno vincolati a restituire metà o più della superficie territoriale interessata (e già urbanizzata) in spazi verdi e pubblici... Ma per davvero!

Emerge, tra gli obiettivi, il contrasto al consumo di suolo: si ècostruito troppo e spesso male, smagliando il tessuto razionale e accentuando la percezione della distanza tra la città antica e i quartieri di più recente formazione. Ripartiamo da qua, dall'esigenza di connessione, dalla volontà di restituire vivibilità alle periferie semplificandone la possibilità di accedere ai servizi e di sviluppare attività.

È stato pertanto compiuto, dicevamo, un capillare lavoro di perimetrazione del territorio urbanizzato, al di fuori del quale non sarà consentita nuova edificazione a uso residenziale – e per altre funzioni sarà necessario procedere in Conferenza di Copianificazione.
Sarà all'interno dei confini individuati dal Piano Strutturale, dunque, che la città giocherà la partita della rigenerazione urbana, forse la più importante in termini di creatività e attrazione di nuove opportunità.

Anche riguardo alle aree di riqualificazione e rigenerazione il Piano Strutturale dà indicazioni precise al Piano Operativo: le aree, gli spazi e gli immobili saranno puntualmente individuati, ma il Piano per ogni area ne definsce già le funzioni principali: Campo di Marte, l'ex Scalo Merci e il Mercato di Pulia, gli ex Magazzini della Manifattura Tabacchi, l'ex jutificio Balestrieri... Inoltre il Piano dà disposizioni per l'assetto urbano che il Piano Operativo è tenuto a declinare e attuare.

Come una fotografia al negativo i margini del territorio urbanizzato mettono in evidenza quelli del territorio rurale, concepito non più come uno spazio aperto da saturare ma come un ambiente composito da conservare nei suoi equilibri esistenti e da incoraggiare per creare nuove opportunità di lavoro in ambito agricolo.

Lucca è anche il suo "contado", fatto di interventi umani e di peculiarità naturali che lo identificano. Tutelarlo incentivando la cura dei suoi percorsi e delle sue relazioni con il grande ecosistema fluviale costituisce un'altra grande sfida che il Piano Strutturale, nei suoi presupposti, intende lanciare.
Gli obiettivi generali del Piano restituiscono un'anima alla visione del territorio – sentito come un organismo vivente unito ai suoi abitanti e alla loro naturale aspirazione al miglioramento, alla felicità.
Gettiamo le basi perché Lucca, sicura della sua storia, potenzi la sua originalità di valori, le sue tradizioni, le sue idee, attraendo cosìinnovazione. Perché dovrà essere il futuro la nostra migliore tradizione.

La nostra città merita di ritrovare coesione nello sviluppo intelligente dei luoghi della relazione e di essere facilitata nell'accesso ai servizi, alle informazioni e ai percorsi di vita personali e professionali.
Puntiamo in alto, a divenire un laboratorio di buone pratiche che guardino con rispetto all'ambiente e attivino le migliori energie, pubbliche e private, per la loro realizzazione: anche così incentiveremo gli investimenti sani sul nostro territorio.

Saremo più competitivi ritagliandoci un posto nella nuova economia della conoscenza e migliorando al contempo i collegamenti infrastrutturali e modali tra la nostra città e il resto del mondo.
A qualificare l'offerta che Lucca può rappresentare, anzitutto per le persone che la vivono, è la sua immagine. La bellezza costituisce il fine più ambizioso e nobile del governo del territorio, da convertire responsabilmente in norme per le trasformazioni future che vogliamo chiare e funzionali.
Il nostro lavoro vuole fare emergere lo spirito creativo della città, stimolare la migliore energia, quella giovane, attraverso una politica che fa dell'ascolto vigile del tempo e delle relazioni il suo metodo.

La città, come qualsiasi organismo vivente, non è un modello stabile: a seconda delle risorse, delle condizioni storiche, del momento culturale può vivere la fase dell'innovazione o dell'adattamento.
Il progetto strutturale al quale abbiamo lavorato rifugge immagini inconsistenti, non è un libro dei sogni, non è la proiezione di una Lucca che non potrà esserci mai, perché poggia sulla realtà e fa i conti con la mutevolezza delle condizioni, senza ipocrisie o demagogie. Il Piano non aspira a disegnare una città virtuale, anzi, abbiamo cercato di  riallineare pianificazione urbanistica e realtà senza sottovalutare né sopravvalutare le situazioni in atto e costruendo uno strumento in grado di reggere i cambiamenti del quadro generale o le contraddizioni che possono aprirsi nella sua gestione.

Abbiamo guardato al territorio come a un racconto di forme vive che trattengono ferite e cicatrici, legami ed energie, punti di forza e di debolezza, con l'intento di riconoscerle, rispettarle e insieme imprimere su di loro la traccia della nostra presenza contemporanea, il presente, il nostro esserci.
La città e il territorio di Lucca sono una testimonianza di immagini, società e culture che si sommano e che proiettano ogni giorno su chi li vive provocazioni e stimoli.
Il nuovo Piano ha voluto accoglierli e tradurli, per accrescere l'inclinazione ai dialoghi e alle relazioni che la città pubblica esprime.

È oggi che si impone l'opportunità di credere in una città dove i bambini possano sempre incontrare quello che vorranno fare da grandi.
E oggi questa opportunità l'abbiamo!

Questo lavoro lo abbiamo dedicato a una persona che durante il percorso di questa amministrazione ha lasciato un vuoto importante. Una mancanza qualitativa e umana che pesa, che si è fatta sentire e che si sente. Il Piano è dedicato a una bella persona: ad Alessandro Bertolucci.

Serena Mammini, assessore all'Urbanistica
Lucca, 31maggio 2016

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Ultimo aggiornamento: Venerdì, 03 Giugno 2016, alle ore 9:30