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Scrittori lucchesi del '900

Giuseppe Ungaretti
Giuseppe Ungaretti

Lucca è sempre stata città di artigiani e artisti, quindi anche di scrittori. Lo scrittore non è infatti altro che un artigiano, il cui lavoro si svolge tra idee e parole; entrambe fanno la pagina.
Tutti gli autori lucchesi sono stati a modo loro protagonisti del Novecento.
Per il motivo che ognuno si porta appresso una storia diversa, che non è soltanto quella delle loro vicissitudini, bensì quella della loro ricerca artistica, quindi visione del mondo e delle cose.

Sebbene nato ad Alessandria d'Egitto, Giuseppe Ungaretti è di origine lucchese; il padre Antonio era nato a S. Concordio, la madre, Maria Lunardini, a S. Alessio. Ungaretti si porterà sempre dentro Lucca; sua madre gliene parlava ogni sera prima della recita del Rosario. Nelle sue opere troviamo lo smarrimento dell'uomo alla ricerca della propria identità e delle radici.
Enrico Pea alla stregua di Ungaretti emigrò in Egitto, dove si conobbero e diventarono amici. Nelle sue opere privilegia episodi di vita familiare e locale.
Lorenzo Viani, pittore e narratore, ritrae la vita della gente della sua terra in maniera cruda ed originale; attento al linguaggio ricorre non di rado al vernacolo.

Felice Del Beccaro è stato un intellettuale di prim'ordine; docente alla Sorbona di Parigi, ha ripristinato e diretto per anni la Rassegna Lucchese , un periodico di cultura sul quale si davano appuntamento i maggiori scrittori italiani.
Arrigo Benedetti, narratore e maestro di giornalismo, fondò e diresse L'Espresso e L'Europeo, e fu direttore del Mondoe di Paese Sera.
Mario Pannunzio è stato fondatore de Il Mondo, e con Arrigo Benedetti di Omnibus e di Oggi. I suoi articoli sono un raro esempio di armonia ed equilibrio.
Remo Teglia, medico e scrittore, ha lasciato tre romanzi innovativi nel linguaggio scarno ed essenziale.
Mario Tobino, psichiatra, narratore e poeta, è artefice di molte opere, che hanno come tema il mondo dei manicomi, il mare di Viareggio, la guerra di Libia e quella partigiana. E' stato tradotto in tutto il mondo.
Guglielmo Petroni, poeta e scrittore, andò a vivere a Roma fin da giovane. I suoi libri hanno sempre come punto di riferimento Lucca.

Alcuni di questi scrittori alla stregua di Guglielmo Petroni, hanno lasciato Lucca in giovane età per trasferirsi a Roma; altri come Tobino, Teglia, Pea, hanno preferito rimanervi. Ma anche quelli che se ne sono andati, hanno continuato a portarsela dentro tanto da eleggerla a loro "realtà" interiore.
Lucca città d'arte è divenuta loro musa e maestra. Tobino diceva che era una dea che lo aveva preso per mano.
Una dea dell'Olimpo che non ha temuto nè il tempo nè la storia.

da V. PARDINI, Scrittori lucchesi del '900

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Ultimo aggiornamento: Martedì, 17 Marzo 2015, alle ore 12:20