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Storia del Comune di Lucca

  1. L'EPOCA ROMANA ED ETRUSCA
  2. IL MEDIOEVO
  3. IL RINASCIMENTO
  4. DAL SEICENTO AI GIORNI NOSTRI

L'EPOCA ROMANA ED ETRUSCA

Lucca sorse in un territorio di confine e di contatti fra l'area etrusca e quella ligure, in una zona riparata e leggermente elevata rispetto agli impetuosi rami del fiume Serchio che anticamente attraversavano la pianura. Il nome Luk una volta ritenuto sinonimo di luogo paludoso, deriverebbe invece dalla stessa radice della parola «luce» e avrebbe indicato un luogo luminoso, una radura nella vegetazione(Ambrosini).

Poco sappiamo dell'insediamento pre-romano anche se recenti scoperte archeologiche confermano la sua esistenza. Nel 218 a.C. il console Tiberio Sempronio Longo vi si rifugiò dopo la sconfitta della Trebbia contro Annibale. Fu colonia latina nel 180 a.C. dotata di una possente cinta fortificata che ne faceva una piazzaforte a difesa degli attacchi dal nord.
Nel 56 a.C. vi si riunirono Cesare, Pompeo e Crasso per rinnovare i patti del Primo Triunvirato. Della città romana resta evidente l'impianto urbanistico con strade ortogonali, i resti dell'anfiteatro (II secolo d.C.), del teatro e alcuni frammenti della cinta muraria. Il cristianesimo vi penetrò già dal I secolo.
Nel 343 il vescovo Massimo sottoscriveva il Concilio di Sardica (l'attuale Sofia), il presule aveva la sua sede presso la chiesa dei Santi Giovanni e Reparata dotata di battistero.

IL MEDIOEVO

Lucca nel XV secolo
Lucca nel XV secolo

Dopo le guerre gotiche il vescovo assunse probabilmente funzioni amministrative, si spiega in questo modo l'importanza di San Frediano promotore di importanti lavori idraulici per allontanare dalla città le acque del fiume Serchio. Frediano esercitò probabilmente un ruolo di mediazione durante all'inizio dell'invasione longobarda del 570. Lucca divenne sede di un ducato longobardo. A questo periodo risale l'apertura della zecca che per la continuità delle emissioni durate fino al 1847 è stata una delle più longeve d'Europa.

Con l'avvento dei Franchi e di Carlomagno la città crebbe ancora d'importanza; nel corso del IX secolo divenne dimora del marchese di Toscana: Adalberto Iestendeva il suo dominio anche su Firenze e Fiesole, era tutore della Corsica e aveva il controllo del porto di Pisa dal quale partecipava a una spedizione contro i mussulmani nel 846-847. Adalberto II il Ricco suscitò lo stupore dell' imperatore Ludovico III ospite nella fastosa residenza suburbana nell'odierna zona di piazzale Verdi (il prato del marchese). Adalberto II e i suoi successori furono arbitri in tutte le vicende italiane del periodo controllando la principale via di accesso a Roma agendo in quasi totale autonomia.

La situazione mutò dalla fine del X secolo quando prima Ugo il Grande e poi Bonifacio e Matilde di Canossa spostarono il baricentro toscano su Firenze mentre iniziavano i primi attriti fra le varie realtà urbane della regione. L'allontanamento del potere marchionale dalla città, la concessione di sempre maggiori autonomie amministrative da parte imperiale (diploma di Enrico IV del 1081) portarono alla nascita del Comune, i cui consoli sono menzionati per la prima volta nel 1119.
Nei secoli XII e XIII il Comune di Lucca fu impegnato nel consolidamento del suo assetto territoriale sottraendo i territori circostanti al controllo dei feudatari locali, favorendo l'inurbamento di questi ultimi e la loro sottomissione. Per affermare la presenza in Versilia contesa con i pisani ed altri potentati locali 1244 fu fondata Pietrasanta nell'immediato entroterra del porto lucchese di Motrone. Fattori principali di crescita economica furono i traffici mercantili attraverso la via Francigena, le attività di cambio e creditizie che resero famosi i lucchesi in tutta Europa ed infine la presenza di una delle più importanti ed avanzate manifatture seriche occidentali: gli sciamiti, i diaspri, lampassi lucchesi venivano venduti a peso d'oro ed erano famosi al punto da essere spesso citati nei testi poetici coevi.

Lo sviluppo urbanistico successivo all'XI secolo sì manifestò soprattutto con l'accrescimento dei borghi esterni alle mura romane sui lati est, ovest e nord che furono inclusi in una nuova possente cerchia muraria costruita fra la metà del secolo XII e il 1260. Di questa imponente fortificazione restano conservati solo il tratto settentrionale (incluso nelle mura attuali) e due delle quattro porte originali: porta di Borgo e porta San Gervasio. All'interno delle mura lo sviluppo edilizio fu molto intenso, con il rinnovamento e ingrandimento delle chiese, con la crescita verticale degli edifici, palazzi e case. Nel XIII secolo la città era caratterizzata dalla presenza di molte decine di torri gentilizie.

Dal punto di vista politico Lucca in epoca comunale fu contrapposta principalmente a Pisa per ovvi motivi di vicinanza territoriale e contrasti economici. Nella seconda metà del XIII secolo fu città guelfa con una politica di alleanza con Firenze e con affini divisioni interne fra neri (rappresentanti della borghesia commerciale) e bianchi (aristocrazia terriera) l'alleanza fra le due città culminò all'inizio del '300 con l'espansione territoriale di entrambe ai danni di Pistoia. Ma le tensioni sociali interne conseguenti al grande sviluppo economico portarono al tracollo delle istituzioni comunali. Nel 1308 la parte nera giunta al potere riformò lo statuto del Comune bandendo dalla città le famiglie magnatizie. L'arrivo sulla scena toscana dell'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo con il suo esercito nel 1310 e la sua prematura morte nel 1313 causarono lo sconvolgimento degli equilibri regionali. Le città guelfe si misero sotto la protezione degli Angioini, la ghibellina Pisa scelse come capo Uguccione della Faggiola. Nella notte del 14 giugno del 1314 Uguccione, Castruccio Castracani e di altri ghibellini fuoriusciti con l'aiuto di fiancheggiatori interni penetrarono all'interno delle mura con i loro truppe. La città fu invasa e saccheggiata.

 
 
Castruccio Castracani
Castruccio Castracani

Dopo la caduta di Uguccione nel 1316, Castruccio Castracani divenne signore di Lucca attuando una politica espansionistica in tutta la Toscana nord occidentale ai danni soprattutto di Firenze. Nel 1322 per controllare la città eresse nella zona sud occidentale la Fortezza Augusta difesa da ventinove torri. Divenuto il più importante alleato italiano dell'imperatore Lodovico il Bavaro, ottenne la piena legittimazione delle conquiste militari con il titolo ereditario di Duca di Lucca, Pistoia, Luni e Volterra, e di vicario imperiale di Pisa. Nel 1328 accompagnò l'imperatore a Roma per l'incoronazione. Ma la morte improvvisa lo colse il 3 settembre 1328. Il figlio Enrico non fu in grado di governare la situazione. Le truppe mercenarie tedesche presenti sul territorio rimaste senza salario si impossessarono del territorio lucchese offrendolo in vendita al migliore offerente.

La città nel giro di pochi anni cadde sotto varie dominazioni straniere e alla fine nel 1342 fu definitivamente sottomessa dalla vicina Pisa. Dopo i lunghi anni di guerra l'economia era fiaccata, molti setaioli erano emigrati diffondendo all'estero i segreti e tecniche di produzione. Solo nel 1369 l'imperatore Carlo IV di Boemia, deciso a riequilibrare l'assetto politico della Toscana, la liberò. Le magistrature comunali occupano il palazzo dell'Augusta (oggi Palazzo Ducale) e nel 1370 ordinano l'abbattimento della fortezza. Lucca si ricostituì in repubblica con i nuovi statuti del 1372. Il potere legislativo affidato al Consiglio Generale di 180 membri, l'esecutivo al Consiglio degli Anziani presieduto dal Gonfaloniere massimo magistrato cittadino. La città risorse anche grazie all'intervento delle ricche comunità di mercanti lucchesi presenti in tutta Europa.
I contrasti interni tuttavia dopo pochi anni determinarono un nuovo mutamento di regime. La famiglia Guinigi con la sua consorteria assunse sempre maggiore influenza fino a quando nel novembre del 1400 il gonfaloniere Giovanni Sercambi, con un abile colpo di mano, fece eleggere Paolo Guinigi signore assoluto, esaltandone il ruolo di pacificatore e difensore della politica antifiorentina della città.

Nel corso del XIV l'assetto urbanistico fu profondamente segnato dalla costruzione nell'area sud occidentale della Fortezza Augusta (1322) che inglobò dentro di sé i quartieri di San Pietro in Cortina (attuale piazza Grande), del Palazzo Ducale e di San Romano determinando l'abbattimento di molti isolati sui quali passava il suo muro perimetrale. Sempre nel Trecento borghi orientali sorti al di fuori della Porta di Borgo e di Porta San Gervasio e intorno alle chiese di san Francesco e San Ponziano, furono chiusi in un espansione della cinta muraria in mattoni portando l'area urbana alle dimensioni attuali.

 

IL RINASCIMENTO

Paolo Guinigi
Paolo Guinigi

Al potere a soli 24 anni, Paolo Guinigi fu un governante illuminato e responsabile; favorì la pacificazione della città e rientro degli esuli. Rilanciò l'economia e riforma il sistema fiscale, fu un colto mecenate, impostò una politica estera di prudente e realista nell'ambito italiano dove la formazione di grossi stati regionali e il loro fronteggiarsi costituiva un grosso pericolo per una entità ormai piccola come Lucca. Le tensioni e le guerre fra Venezia e Firenze unite contro la Milano di Filippo Maria Visconti, che di Paolo era il maggior alleato, portarono a una crisi e all'assedio di Lucca da parte dei fiorentini nel 1429. Nel 1430 Paolo Guinigi fu deposto da una congiura interna e condotto in esilio.

Lucca, tornata nuovamente repubblica, riuscì ad ottenere nel 1438 la pace con Firenze sostenuta dall'aiuto militare del Visconti. La situazione territoriale era ormai gravemente compromessa parte della Garfagnana era stata invasa dagli Estensi, Barga fiorentina, Pietrasanta occupata dai genovesi e successivamente dai Fiorentini. Nonostante questo la piccola repubblica ormai ridotta territorialmente a città-stato tornò alla prosperità nella seconda metà del Quattrocento proseguendo le sue attività commerciali internazionali e continuando a produrre tessuti di seta di pregio. L'industria serica entrò in crisi nel Cinquecento, quando la concorrenza di altri centri europei e le difficoltà commerciali mandarono in sovrapproduzione il sistema causando la sollevazione dei tessitori: la Rivolta degli Straccioni del 1531.
 
I contatti mercantili con il nord Europa fecero di Lucca una delle città italiane dove la riforma protestante attecchì di più. La presenza degli «eretici» riguardava esponenti di quasi tutte le maggiori famiglie, era tollerata e minimizzata dai lucchesi. Ma la paura di una crociata fiorentina benedetta dal papa determinò l'esilio volontario dei cittadini protestanti verso Ginevra e altre città del nord. La Repubblica non accettò ingerenze esterne in questo problema, gelosa dell'integrità e della sovranità della sua giurisdizione rispetto alla Chiesa. Gli esuli protestanti non subirono né processi né requisizioni; anche in seguito non fu mai consentito l'insediamento un tribunale dell'inquisizione né la presenza dei Gesuiti.

L'esodo impoverì la città di capitali, di risorse umane e culturali. Dal 1556 con la riforma del Gonfaloniere Martino Bernardini, le cariche pubbliche divennero accessibili solo alle famiglie di più antica ascendenza. Lucca si trasformò in una repubblica oligarchica. Fra fine Quattrocento e Cinquecento la maggior parte dei palazzi dell'aristocrazia cittadina fu rinnovata secondo i canoni dell'architettura contemporanea Toscana; questo rinnovamento non determinò mutamenti urbanistici ma si integrò nel tessuto cittadino conservando volumi e stratificazioni. Solamente le torri medievali in abbandono furono decimate e abbattute.

 

DAL SEICENTO AI GIORNI NOSTRI

Dopo un periodo di guerre in Garfagnana 1604-1620 condotte con successo contro gli estensi a difesa delle enclave lucchesi e del passo appenninico di San Pellegrino in Alpe, la città trascorse in pace e prosperità la sua storia fino all'arrivo delle truppe napoleoniche nel 1799. La politica lucchese adottò alcuni ideali virtuosi per conservare la libertà: rimanere ai margini degli eventi internazionali, evitare invidie e contrasti con i vicini, creare un sistema difensivo tanto possente da scoraggiare chiunque dal tentare un'invasione. Nel 1645 Lucca terminò infatti la costruzione della ultima cinta muraria iniziata un secolo prima con l'impiego di gran parte delle risorse finanziarie statali.

Sul fronte interno la fertilità della campagna e il tessuto economico di piccole e medie proprietà terriere consentì il mantenimento del benessere della popolazione. I governati illuminati curano con attenzione la pace sociale, investendo costantemente risorse dell'erario per prevenire gli effetti del rincaro dei viveri, delle carestie o dei disastri naturali. La restrizione in senso oligarchico della Repubblica subì il definitivo compimento nel 1628 quando il Consiglio Generale, seguendo l'esempio di Venezia, istituì il Libro d'Oro delle 224 famiglie che potevano accedere alle massime cariche. Questa decisione impoverì ed irrigidì il sistema politico parallelamente alla progressiva chiusura della città e al disimpegno dallo slancio commerciale del passato.

I grandi stati nazionali europei adottando una politica protezionistica costrinsero i lucchesi a trasferirsi su piazze sempre lontane e difficili. Molti capitali furono reinvestiti nell'agricoltura estendendo a partire dal Cinquecento bonifiche e coltivazioni e disseminando il territorio della Repubblica di amene ville gentilizie. Nel Settecento l'ottimo stato delle finanze consentiva di valutare l'estinzione del debito pubblico, mentre il governo iniziava ad affrontare timidamente alcune riforme di stampo illuminista. Nel 1758 con una scaltra operazione di pirateria editoriale Ottaviano Diodati assieme a un nutrito nucleo di collaboratori stampò la prima edizione italiana dell'Encyclopèdie di Diderot e D'Alembert. Nel 1790 fu inaugurata l'Università.

 
Elisa Bonaparte Baciocchi
Elisa Bonaparte Baciocchi, miniatura su smalto di Salomon Guillaume Counis, Roma - Museo Napoleonico MN 127 - © Comune di Roma

Le vicende relative alla campagna d'Italia di Napoleone travolsero Lucca nel gennaio del 1799. Il Primo Console mosso da simpatia verso il piccolo Stato ne conservò l'autonomia prima come Repubblica democratica, poi da imperatore, nel 1805, la trasformò in Principato costituzionale affidato alla sorella Elisa ed al cognato Felice Baiocchi. Dopo il congresso di Vienna (1815) Lucca fu costituita in ducato sotto la sovranità di Maria Luisa di Borbone e poi di suo figlio Carlo Lodovico impossibilitati a rientrare in possesso del Ducato di Parma lasciato a Maria Luisa d'Austria.

Il 14 ottobre 1847 Carlo Lodovico firmò anticipatamente la reversione del Ducato di Lucca al Granducato di Toscana ponendo fine alla secolare indipendenza cittadina. I governi del principato napoleonico e del ducato borbonico formati dal connubio fra i migliori esponenti dell'antica aristocrazia e quelli dalla nuova borghesia ebbero il merito modernizzare il sistema amministrativo preparando Lucca ad entrare a far parte di un contesto più grande, favorirono in varia misura lo sviluppo economico, furono artefici di numerose opere pubbliche e infrastrutture, come la ferrovia Lucca - Pisa 1846, e sostennero istituzioni culturali e di istruzione.

Divenuta capoluogo di provincia nel Regno d'Italia, Lucca soffrì della perdita dello status di piccola capitale, perse l'Università ma sviluppò dalla seconda metà dell'Ottocento numerose attività industriali, nel settore agro-alimentare, tessile e cartario sfruttando inizialmente l'energia idrica di cui il territorio è sempre stato ricco. L'emigrazione interessò soprattutto le zone montane della provincia e fu diretta in gran parte verso l'america latina e gli Stati Uniti aprendo nuove vie commerciali ai prodotti dell'economia locale. Mentre sul territorio costiero nasceva l'industria turistica della Versilia che dagli anni '30 assunse rilevanza nazionale, con la costruzione dell'autostrada Firenze Mare, la città si espanse nella periferia lungo la raggiera stradale. Intorno alle antiche mura sorsero le eleganti ville liberty della nuova classe borghese ed industriale.

I Lucchesi per il relativo benessere e per cultura di antica tradizione non vissero forti contrapposizioni sociali e mantennero uno spiccato carattere conservatore e moderato mentre in Versilia all'inizio del secolo si sviluppano tutti fermenti culturali più progressisti. La Seconda Guerra Mondiale non lasciò segni evidenti sulla città, risparmiata dai bombardamenti, ma segnò soprattutto il territorio con gravi ferite sulla popolazione civile. La valle del Serchio e la Versilia soffrirono particolarmente nel 1944 per il passaggio del fronte della «Linea Gotica» e per eccidi e rappresaglie fra i quali spicca per efferatezza quello di Sant'Anna di Stazzema. Nella seconda metà del Novecento la città ha goduto di un vasto sviluppo industriale costituito da un tessuto di piccole e medie aziende. Negli ultimi trenta anni ha assunto sempre maggiore importanza per i comuni della piana il settore cartario e cartotecnico mentre il settore turistico si è espanso in modo strutturato solo negli ultimi anni.

Testo a cura di Iacopo Lazzareschi Cervelli

 

Per saperne di più

R. Manselli, La Repubblica di Lucca, Utet, Torino, 1986.

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì, 09 Marzo 2016, alle ore 9:40